World Triathlon Cup Arzachena?

Il 7 e l’8 ottobre 2023 si dovrebbe svolgere la World Triathlon Cup di Arzachena, inserita nel calendario World Triathlon.

Ma siamo sicuri?

Attualmente sul calendario gare della Federazione Italiana Triathlon non vi è nessuna gara a calendario che faccia riferimento ad Arzachena.

Dalla documentazione reperita su internet si scopre che la Regione Sardegna, scaduta la convenzione triennale, non rifinanzierà la manifestazione ipotizzando voglia puntare tutto sulla più importante WTCS di Cagliari.

Borgo Egnazia, persa la candidatura per l’organizzazione dei Campionati Italiani di Triathlon Medio (periodo maggio/inizio giugno), poi calendarizzata a inizio ottobre, entra a far parte dell’importante circuito internazionale Challenge Family con un nuovo spostamento di data, questa volta al 21 ottobre.

Da diverse fonti pare che la Federazione Italiana Triathlon stia spingendo per mantenere la World Triathlon Cup in Italia, il weekend del 7 e 8 ottobre con svolgimento a Roma, in zona EUR.

Se da una parte è da ritenersi cosa positiva in quanto una World Triathlon Cup a Roma sarebbe sicuramente motivo di orgoglio e di lustro per i quali mi complimento, dall’altra parte ci sono alcune cose che non mi tornano:

  • è stato dichiarato che non sarebbero entrate in calendario nuove gare Internazionali o Gold dopo i termini. Le varie scadenze previste dalla circolare gare per richiedere le stesse fanno sì che possa esserci una sorta di armonia nel calendario, difficile da gestire oggigiorno vista la gran quantità di eventi organizzati nella nostra penisola. Come dovrebbe reagire un organizzatore che si vede inserire in calendario a termini scaduti, a stagione inoltrata una gara importante, in zona e nello stesso periodo?
  • Uno dei criteri chiave previsti dalla World Triathlon per organizzare una World Cup nella guida pubblicata ad aprile 2022 per gli eventi 2023 è: “Test event to be organised before hosting the first World Triathlon Cup. A Continental Cup level is preferred, but to be agreed by World Triathlon.” Il penultimo triathlon organizzato all’EUR a Roma risulta essere la tappa di Grand Prix del 2016, mentre l’ultimo il Challenge Roma del 2017, spostato nel 2018 a Ostia. Come potrebbe la World Triathlon derogare a questo punto?
  • Molto probabilmente il fatto che Arzachena non si sarebbe organizzata si sapeva da tempo. Pare che la richiesta in World Triathlon riguardo lo spostamento di sede sia stata fatta solo a marzo. Organizzare un evento di tale portata, con standard organizzativi elevati in una città problematica come Roma è difficile. Perché non ci si è mossi prima?
  • Siamo a fine aprile, la World Cup dovrebbe tenersi a ottobre e assegnerebbe punteggio per i prossimi Giochi Olimpici di Parigi. Inoltre, un’eventuale gara a Roma, avrebbe un percorso molto diverso da quello di Arzachena dove c’è una salita davvero impegnativa da ripetere più volte e dove, di conseguenza, si fa selezione. Non sarebbe lecito da parte degli atleti, dei tecnici e delle federazioni conoscere se e dove si disputerà per poter programmare l’eventuale partecipazione? Aspettate a comprare il biglietto per aereo o traghetto.

Duathlon: un successo sbandierato. Ma è proprio così?

Ancora una volta i proclami della Federazione Italiana Triathlon dipingono un quadro decisamente diverso e non veritiero rispetto alla realtà dei fatti.

Ultimo a farne le spese il Campionato Italiano di Duathlon Classico presentato sul sito federale come un successo, un vero e proprio record. Ma non è così.

Questo il titolo sul sito www.fitri.it

Andiamo per ordine e facciamo un doveroso distinguo tra atleti iscritti e atleti partiti in quanto non è detto che tutti gli iscritti si presentino ai nastri di partenza.

Scorrendo la Start List troviamo una piccola svista, infatti, gli iscritti all’edizione 2023 sono 575 e non 585. Gli atleti realmente al via, invece, sono stati 536. E per la Fitri è sempre record, come si evince dallo screenshot di seguito estrapolato dalla notizia che riporta i vincitori.

Guardiamo ora il passato e scopriamo che l’edizione da record fu quella del 2021 con al via 745 atleti. Le edizioni tra il 2016 e il 2019 fecero numeri simili al 2023 con un minimo di 568 del 2018 e un massimo di 593 atleti partiti del 2016, prima edizione in cui si sfiorò il tetto dei 600 partenti. Mentre, la media partenti ai Campionati Italiani di Duathlon classico, tra il 2009 e il 2015 era di 280 atleti.

Cosa è successo nel 2016? Perché la media partenti, quell’anno e i successivi è più che raddoppiata?

Chi rappresentava la FITRI allora aveva dato importanza al Circuito Duathlon. A posteriori si può dire che l’idea era giusta e aveva portato risultati rivelatisi stabili nel tempo. Ora, forse, sarebbe il momento di dare nuova linfa per provare a far crescere ulteriormente la disciplina che potrebbe essere propedeutica al triathlon.

Come? Un’idea sulla quale lavorare potrebbe essere quella di rendere le gare di circuito valevoli come qualifica ai Campionati Italiani. Un’altra idea sulla quale confrontarsi potrebbe essere quella di tutelare i Campionati Italiani e non solo.

Prendiamo a esempio i Campionati Europei di Duathlon tenutisi a Caorle, in concomitanza si sono svolte altre 3 gare di Duathlon: Vigevano, Forlì e Pabillonis. E, in questo caso, la partecipazione degli Age Group non è stata agevolata tant’è che, pur gareggiando in casa, altre delegazioni sono state decisamente più numerose rispetto a quella italiana. E, a tal proposito, non vogliamo ricordare alcuni spiacevoli “inconvenienti” occorsi agli stessi atleti come, per esempio, l’aver ricevuto il body della Nazionale Italiana, profumatamente pagato, senza cognome e senza alcuni sponsor della Federazione con preghiera della stessa di stamparli a spese proprie.

Ora, come già fatto, per le discipline invernali, proviamo ad analizzare alcuni dati riguardo il duathlon.

AnnoD Kids e MiniD YouthD S. SprintD SprintD ClassicoD S.S. MTBD S. MTB
20193.733 – 1.868 (35)1.031 – 605 (15)564 – 504 (11)7980 – 4.991 (45)579 – 579 (1)159 – 153 (6)1.333 – 1.030 (18)
2020893 – 746 (11)28 – 28 (2)663 – 587 (5)1.943 – 1.653 (11)337 -337 (1)64 – 64 (3)258 – 212 (3)
20211.551 – 1.064 (19)1.082 – 608 (13)965 – 723 (7)4.564 – 3.236 (19)794 – 775 (2)76 – 76 (3)574 – 476 (6)
20222.847 – 1.661 (33)1.367 – 808 (13)985 – 760 (9)6.044 – 3.848 (37)526 – 522 (3)85 – 85 (4)602 – 516 (8)
2023 (al 13/04)1.188 – 913 (16)410 – 333 (11)534 – 505 (7)3.982 – 2.955 (33)189 – 189 (2)191 – 179 (2)400 – 330 (7)
in ogni colonna: il numero degli atleti partiti in totale – il numero degli atleti conteggiati una sola volta per tipo di gara disputata – tra parentesi il numero di gare totali

Sicuramente, il duathlon risulta essere una disciplina più partecipata rispetto al winter triathlon. Può essere svolta nel periodo invernale e primaverile in quasi tutta la nostra penisola, quando risulterebbe difficile praticare anche la frazione natatoria soprattutto in acque libere.

Nonostante World Triathlon spinga perché le Federazioni Nazionali promuovano questa multi disciplina, si può affermare che in poche la considerino. I campionati continentali Elite ed Age Group, oltre che quelli mondiali, sono sempre poco partecipati rispetto ai numeri globali.

Negli ultimi 15 anni, la crescita di circuiti quali Ironman e Challenge, l’ingresso di nuove realtà tra cui Super League, PTO, Clash, Arena Games, etc. hanno concentrato sempre più l’attenzione verso il triathlon che, essendo anche disciplina Olimpica, ha l’attenzione del movimento.

Quale futuro?

Se non cambiano gli scenari, il duathlon potrebbe avere una duplice connotazione: promozionale e propedeutica alla preparazione del triathlon con progetti dedicati.

Winter Triathlon: non è tutto oro quel che luccica

Dopo aver condiviso alcuni dati generali su tesserati, gare organizzate e atleti partiti, ritengo doveroso fare alcune considerazioni più dettagliate.

Iniziamo dall’attività invernale, la cui stagione 2023 può considerarsi conclusa. La prima tabella che andremo ad analizzare sarà quella di Winter Triathlon e Winter Duathlon.

AnnoWT Kids e MiniWT PromoWT sprintWT classicoWD SprintWD Kids
201810 – 9 (2)349 – 194 (4)
201928 – 28 (1)25 – 23 (2)389 – 342 (3)
2020327 – 290 (6)244 – 219 (4)
202167 – 54 (3)36 – 23 (2)326 – 245 (3)
202246 – 36 (16)6 – 6 (1)332 – 175 (7)389 – 258 (6)186 – 110 (5)2 – 2 (1)
2023 (al 13/04)165 – 111 (15)19 – 19 (1)372 – 226 (6)155 – 155 (1)50 – 50 (1)22 – 21 (2)
in ogni colonna: il numero degli atleti partiti in totale – il numero degli atleti conteggiati una sola volta per tipo di gara disputata – tra parentesi il numero di gare totali

I dati che si ritengono più attendibili per un raffronto riguardano il Winter Triathlon su distanza classica che, tra l’altro, assegna i titoli assoluti e di categoria. Negli ultimi 6 anni gli atleti la media di partecipanti è rimasta pressoché la stessa con un picco nel 2019 dovuto all’organizzazione dei Mondiali ad Asiago in epoca “non Covid-19”.

I numeri assoluti sono aumentati nel 2022 e nel 2023 grazie a un aumento di discipline (introduzione del Winter Duathlon), di categorie (introduzione dei Kids), di gare (introduzione di un circuito strutturato). Il numero dei praticanti, però, non decolla. Sia a livello italiano sia in ambito internazionale i numeri sono sempre gli stessi.

A tal riguardo la domanda più spontanea che sorge è: vale la pena disperdere energie e risorse in questa disciplina?

  • In Italia non può essere praticata ovunque. Le località sciistiche esistenti sono dislocate prevalentemente nel Nord della nostra penisola e da qualche anno a questa parte faticano spesso ad avere la neve per svolgere le attività ordinarie. Le prospettive a riguardo non sono rosee con le stesse località che stanno studiando il modo di riconvertirsi da qui ai prossimi 10 anni in caso dell’avverarsi delle previsioni che danno temperature in costante aumento con precipitazioni nevose sempre più scarse e non convenienza ad avvalersi della neve artificiale.
  • Non esiste un progetto a medio lungo termine che possa aiutare a coinvolgere nuovi praticanti.
  • Non è in previsione l’ingresso della disciplina nelle specialità olimpiche, cosa che potrebbe aiutare ad avere visibilità e reperire nuovi adepti soprattutto in caso di risultati.
  • La disciplina, dal punto di vista tecnico, sembra non essere considerata propedeutica alla preparazione del Triathlon Olimpico.
  • Senza nulla togliere ai risultati ottenuti dagli atleti Elite ed Age Group, il tasso tecnico di queste gare risulta essere spesso di livello medio-basso con distacchi abissali tra i primi 2-3 atleti e gli altri oltre che podi spesso non completati per mancanza di partenti.

Tenendo conto che molte gare hanno visto un numero davvero esiguo di partenti. Riescono gli organizzatori a sostenere i costi di tali eventi? Come viene percepita l’immagine di questa disciplina e, di conseguenza, della Federazione rispetto ai numeri messi in campo? Le aziende sponsor del circuito sono consapevoli di questi numeri? E, soprattutto: sono contenti del ritorno sull’investimento? Mai come stavolta, non è tutto oro quel che luccica.

Diamo i numeri (?)

L’idea di oggi è di analizzare insieme alcuni numeri concreti e ufficiali, scaricabili e verificabili dal sito fitri.it per provare a capire lo stato di salute del movimento.

Il triathlon italiano ha vissuto una lenta, costante e continua crescita fino al 2016. In senso assoluto, in termini numerici, gli anni record per il triathlon italiano sono stati il 2017, 2018 e il 2019 che pressoché si equivalgono. In termini di gare organizzate, atleti partiti e tesserati lo scostamento è davvero esiguo e poco degno di nota.

Nel 2020 c’è stato un vistoso decremento dei numeri a causa del Covid-19. Una situazione di certo migliorata negli anni successivi ma non ancora tornata alla normalità nel 2022.

Nella tabella seguente si possono vedere i numeri delle gare organizzate, degli atleti partiti (ogni atleta può aver preso parte a più gare) e degli atleti partiti per tipo di gara disputata (p.e. se un atleta ha partecipato a 3 triathlon su distanza sprint, viene conteggiato 1 sola volta; se un atleta ha partecipato a 3 triathlon su distanza sprint e ha 4 triathlon su distanza Olimpica, viene conteggiato 2 volte):

AnnoGare organizzateAtleti partitiAtleta conteggiato
solo una volta
per tipo di gara disputata
Tesserati
201550466.49739.51519.396
201655877.15544.24022.000
201755485.80049.70123.191
201856184.04348.13924.010
201956382.96249.99924.094
20209612.54710.43720.112
202136958.64638.81227.917
202251268.88543.82323.790
2023 (al 13/04)737.9696.278ca 20.000
I tesserati sono intesi come: atleti, tecnici, dirigenti, giudici, medici, etc.

Alcune considerazioni su quanto sopra:

  • Più volte sono stati dichiarati in interviste e comunicati stampa ufficiali da parte del presidente e della Federazione Italiana Triathlon numeri gonfiati. Penso che in questo modo non si faccia il bene del nostro movimento.
  • I numeri dovrebbero risultare chiari, essere analizzati in maniera inequivocabile e rappresentare un indicatore dello stato di salute del nostro movimento oltre che metro di misura dell’operato di chi governa il nostro movimento.

Se da una parte il Covid-19, a lungo, ci ha dato delle limitazioni, dall’altra ha fatto avvicinare molte persone alle attività all’aria aperta. Nel periodo immediatamente successivo si sarebbero potute mettere in atto tutta una serie di iniziative per far avvicinare giovani, adulti e diversamente giovani al nostro sport. Cosa successa, per esempio, per l’atletica leggera, la MTB o il ciclismo i cui settori giovanili e non solo “scoppiano”.

Invece, i nostri numeri deficitano e sono ancora lontani dal nostro miglior periodo.

Il cuore del progetto: le persone

Una questione che mi sta a cuore è quella di essere circondato da persone accomunate da importanti doti quali competenza, preparazione, professionalità, serietà e passione.

Queste persone, che siano atleti (di triathlon o di paratriathlon) élite, giovani o age group, oppure dirigenti, organizzatori, tecnici o altre figure che possano permettere al nostro movimento di crescere, saranno poste al centro di ogni progetto e saranno messe in grado di esprimersi al meglio.

Per ognuna di queste figure ritengo fondamentali alcuni passaggi che saranno alla base del Programma Elettorale e del quadriennio che andrò a presiedere se l’elettorato me lo permetterà.

L’atleta élite (attività internazionale – World Triathlon):

  • dovrà sentirsi libero di presentare il proprio progetto sportivo, condividendo i propri obiettivi e definendo quella che sarà la propria squadra di lavoro. In questo caso la Federazione dovrà essergli di supporto fornendo gli strumenti adatti per il perseguimento degli obiettivi, collaborando a stretto contatto con la società per cui l’atleta è tesserato e non sostituendola.

Non dovrebbero esistere:

  • imposizioni di lunghi raduni dove la preparazione dello stesso viene sconvolta;
  • situazioni generalizzate (p.e. non è detto che se un atleta performa al meglio dopo 1 mese di altura, la regola valga per tutti gli altri);
  • imposizioni tecniche su staff, ambienti e luoghi di lavoro (p.e. se un atleta sceglie di essere seguito da un determinato staff e di avere la propria base di allenamento in Francia, negli Stati Uniti o in qualsiasi altro Paese, deve essere libero di poterlo fare, senza che questo abbia ripercussioni sulle selezioni per le squadre nazionali o sul supporto che la Federazione darà all’atleta: il supporto dev’essere parametrato alle prestazione raggiunte in relazione ai progetti condivisi a inizio stagione). L’unica eccezione riguarda il coinvolgimento di persone coinvolte in situazioni di doping, abusi o molestie;
  • chiusure a sponsor personali purché questi non entrino in concorrenza con quelli federali: oltre a essere un valore aggiunto per la Federazione, lo sono anche per l’atleta.

L’atleta age group (attività internazionale – World Triathlon):

  • nel momento in cui decide di rappresentare la propria nazione a eventi di Campionato Europeo o Mondiale, deve essere agevolato con l’offerta di prodotti e servizi pensati e progettati su misura e deve ricevere un adeguato supporto nell’avvicinamento all’evento e durante la manifestazione;
  • deve essere certo di partecipare a eventi di qualità e in sicurezza, siano essi promozionali o titolati.

I giovani atleti:

  • dovranno crescere in un ambiente sano in cui imparare i veri valori dello sport, divertendosi;
  • sarà ritenuto importante che si formino e crescano sportivamente nella società più vicina al proprio luogo di residenza, cercando di impedire che diventino merce di scambio per favorire la crescita di società che fagocitano piccole realtà che hanno investito tanto sul territorio. Se è vero che spesso l’unione fa la forza, in questo caso ritengo che la capillarità sia indispensabile affinché siano realizzati tutta una serie di progetti collaterali per la vera diffusione del nostro sport a livello giovanile, supportando le tante piccole società con attività strutturate, piuttosto che una tantum.

I dirigenti:

  • sono figure dotate di una sconfinata passione, un motore importante per dirigere una società o un’associazione sportiva, aspetto che oggigiorno non basta più. Siccome sono necessarie competenza, preparazione, professionalità e serietà, sarà attivata una serie di corsi di formazione e aggiornamento, cosa mai fatta ad oggi dalla Federazione Italiana Triathlon e più che mai importante e necessaria in questa fase storica che vivrà sabato 1 luglio 2023 un cambiamento epocale con l’entrata in vigore della Riforma dello Sport.

Gli organizzatori:

  • hanno tante responsabilità e poche tutele, ma anche in questo caso la passione non è sufficiente. Come per i dirigenti, servono competenza, preparazione, professionalità e serietà. Anche per questa figura saranno attivati dei corsi di formazione e aggiornamento.

I tecnici:

  • rappresentano una figura cardine per il nostro movimento, quella a cui si consegnano giovani atleti da formare e allenare, quella a cui si affidano atleti d’élite per eccellere; quella a cui si rivolgono gli atleti age group per prepararsi. Attualmente al tecnico è richiesto di essere un po’ allenatore, un po’ preparatore, un po’ psicologo, un po’ nutrizionista, ma di fatto, nella maggior parte dei casi, è solo una persona che fa tutto questo come secondo lavoro o hobby, esclusivamente per passione. Se vogliamo che i nostri tecnici siano dei professionisti veri, dobbiamo dare la possibilità di accedere a una preparazione importante, lavorare in equipe, ma, soprattutto, dovranno essere messi in condizione di fare di questo lavoro una vera professione.

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