Partecipazione alle gare italiane: una Caporetto su tutti i fronti

Settimana scorsa ho analizzato in maniera oggettiva il calo di tesserati.

Voglio, ora, fare un’ulteriore analisi e vedere nel dettaglio quanto questo calo influenzi l’andamento del nostro movimento.

Prima di iniziare, quanti sono i singoli tesserati atleti della Federazione Italiana Triathlon? Ecco la risposta:

AnnoAtletiVariazione % rispetto anno precedente
201518.507
201620.736+12,05%
201722.231+7,21%
201822.897+3%
201922.916+0,08%
202018.927-17,40%
202126.597+40,52%
202222.432-15,66%
202321.482-4,24%

Tralasciando i numeri del 2020, anno del COVID-19 durante il quale molti non hanno rinnovato il tesseramento per ovvie ragioni; il 2021, anno di insediamento di Riccardo Giubilei alla presidenza, poteva essere sfruttato decisamente meglio.

Nell’anno post COVID-19, infatti, tanti si sono avvicinati agli sport di Endurance/Outdoor, alcuni anche al triathlon. Tanto è vero che rispetto al 2019 si segnò un +16,06%. Un peccato, però, non siano stati fidelizzati e dal 2022 i numeri abbiano iniziato un’inesorabile discesa arrivata a certificare un calo di atleti del -6,26% rispetto al 2019, anno del record pre-covid e, addirittura, un calo di atleti del -19,23% rispetto al 2021, anno del record.

Questo, nonostante:

  • siano state messe in campo iniziative di incentivazione, soprattutto, a livello giovanile;
  • sia stata messa in piedi una campagna pubbli-promozionale a livello nazionale con il partner Suzuki;
  • siano state organizzate numerose gare internazionali (World Cup, World Triathlon Championship Series, Europe Triathlon Cup, Campionato Europeo Winter Triathlon, etc.)

Meno tesserati significa meno partecipazione alle gare?

Rispondo sempre con statistiche oggettive e non a sensazione:

Gli anni 2018 e 2019 praticamente si equivalgono, ma prendiamo a paragone il 2019 che è leggermente inferiore rispetto al 2018. Nel 2023 abbiamo avuto:

  • 61 gare in meno (-9,98%)
  • 12.181 atleti totali partiti in meno (-14,68%)
  • 14.815 atleti italiani partiti in meno (-19,01%)
  • 13 atleti partiti in media, in meno, a gara (-10,03%)

Gli atleti italiani tesserati hanno preso parte a 2,94 gare nel 2023, rispetto alle 3,40 nel 2019.

L’unico dato positivo è quello relativo agli stranieri che hanno scelto di gareggiare in Italia: 2.634 atleti partiti in più (+52,21%).

Analizziamo anche questi dati.

Nel 2023, rispetto al 2019:

  • 2.915 atleti in meno che hanno preso parte ad almeno 2 gare (-22,77%)
  • il 46,02% dei tesserati ha preso parte ad almeno 2 gare contro il 55,86% del 2019

Una Caporetto su tutti i fronti, mi viene da commentare.

A fronte di un calo di tesserati del -6,26% si assiste a una diminuzione del -19,01% di atleti italiani ai nastri di partenza. Sicuramente da rivedere tutto il settore gare e non solo. Certo è che l’attuale dirigenza non ha il polso della situazione e non si rende conto delle dinamiche in corso!

Di cosa ha bisogno la Federazione Italiana Triathlon?

Con il mio gruppo di lavoro, abbiamo aperto un tavolo di confronto da tempo dal quale sono scaturite molte idee che si sono trasformate in progetti che non vediamo l’ora di presentarvi anche se dovrete avere ancora pazienza.

Tutto sarà svelato a tempo debito in quanto non vogliamo dare ulteriori vantaggi a chi dirige oggi, rispetto a tutti quelli che già ha.

Numeri del Triathlon italiano da record. Siamo sicuri siano positivi?

Bentrovati e buon nuovo anno a tutti.

In attesa di conoscere se le votazioni per il nuovo consiglio federale avverranno entro la fine del 2024 o entro il 15 marzo 2025, riprendo a pubblicare una serie di approfondimenti per analizzare lo stato di salute del nostro sport.

Non voglio essere allarmista, ma ritengo che il nostro movimento stia peggio che mai dopo quasi 3 anni di dirigenza Giubilei che, non dimentichiamo, si candidò criticando fortemente la precedente gestione di cui è stato dapprima consigliere e successivamente vicepresidente vicario e della quale faceva parte l’attuale vicepresidente vicario.

Nonostante tutti i record sbandierati dal presidente in carica, mi auguro ci siano ancora persone che hanno a che fare con il mondo del triathlon che vedano la realtà e sappiano leggere alcuni importanti indicatori. Il primo riguarda il numero dei tesserati.

Tra le più grandi cose non rispondenti al vero dette da Giubilei c’è sicuramente quella relativa al numero di tesserati.

Sicuramente, risulta problematico comunicare di avere determinati numeri, pensare di averli e, in realtà, averne la metà.

Secondo l’articolo sottoriportato e pubblicato da Il Corriere dello Sport a inizio 2022: “Siamo a 35.000 tesserati e vorremmo arrivare a 40.000“.

Mentre per l’articolo apparso su La Gazzetta dello Sport a inizio 2023, il triathlon ha “30.000 tesserati, con un incremento del 12% ogni anno: 19.000 uomini, 11.000 donne, di cui 27.000 agonisti“.

Ricapitolando, secondo le info date alla stampa durante le interviste, a inizio 2022 nel database della Federazione Italiana Triathlon ci sono 35.000 tesserati e l’obiettivo è arrivare a 40.000. A inizio 2023 si è scesi a 30.000 nonostante si dichiari che ci sia un incremento del 12% annuo.

La triste realtà:

  • 27. 917 tesserati totali a fine 2021;
  • 23.790 tesserati totali, di cui 21.943 tesserati atleti a fine 2022;
  • 21.482 tesserati atleti a fine 2023.

Solo questi numeri, dopo 3 anni di governo, dovrebbero decretare il fallimento dell’attuale politica federale che sbandiera sin dall’inizio record e successi inesistenti.

A supporto di quanto sopra riportato una conferma:

poco prima di Natale, Sport e Salute ha dato il via libera alla ripartizione dei fondi statali al movimento sportivo italiano.

Nonostante:

  • ai 280 milioni di finanziamento ordinario se ne siano aggiunti 50 per effetto della Riforma Giorgetti che destina risorse incrementali fino al 32% delle entrate fiscali del settore,
  • il totale destinato alle 43 FSN sia di 280,3 mln con un +5,8% rispetto al preventivato,

la Federazione Italiana Triathlon è risultata essere:

  • tra le 9 FSN su 43 che hanno subito un taglio di contributo per il 2024 rispetto al 2023
  • la 2a ad aver ottenuto il più alto taglio in termini percentuali: -2,94%

Visti i criteri di assegnazione non si può che ribadire il fallimento dell’attuale politica federale che denota:

  • mancanza di visione a medio/lungo termine
  • assenza di programmazione in ogni settore vitale.

Nei prossimi giorni seguiranno ulteriori aggiornamenti.

Forza Azzurri, ma c’è poco da sorridere

Quante storie dietro a questa foto.

Il Direttore Tecnico belga Julien Clonen con gli atleti da lui “scelti” per la staffetta del Test Event di Parigi.

Sembrerebbe andar tutto bene, tutti sorridenti prima della partenza. Purtroppo così non è.

Anzitutto, finalmente!

È la prima volta che Clonen compare in una foto ufficiale a una competizione internazionale con gli atleti. Finora era stato quasi tenuto nascosto. A calcare le scene altre figure, praticamente onnipresenti. Qualcuno inizia a lavarsene le mani? Sarà lui il capro espiatorio di una gestione fallimentare?

Da quanto trapela sembrerebbe che il Direttore Tecnico abbia un semplice ruolo di facciata e che, ben retribuito, debba subire le decisioni impartite dal Direttore Sportivo Simone Biava e da alcuni tecnici ben visti dall’attuale presidenza. Sembrerebbe che queste pressioni, spesso, lo lascino in preda a crisi esistenziali perché, come si è ben potuto vedere in questi anni di gestione Giubilei/Biava, risultati di alto livello non ne sono arrivati, portando addirittura gli atleti a performare meno di quello che, almeno sulla carta, potrebbero.

Una domanda sorge spontanea, perché il Direttore Tecnico, più volte lamentatosi di questo, non tutela la sua immagine e scrive una lettera di dimissioni?

Per certo gli atleti di alto livello, quelli che dovrebbero essere le nostre punte di diamante, attraversano un periodo buio.

Alcuni di loro subiscono l’imposizione dell’allenatore, altri tagli di budget per le trasferte e per i raduni, quasi tutti trasferte organizzate male, tutti una programmazione carente e lacunosa venendo a conoscenza di convocazioni più o meno importanti a ridosso dell’evento senza poter condurre una preparazione adeguata e mirata.

Questo influisce negativamente sull’atleta che non è messo nelle migliori condizioni per poter essere sereno e performare, oltre a risultar essere una metodologia organizzativa arcaica.

Parlando di alto livello, una Federazione moderna ed efficiente è quella che permette realmente all’atleta di essere alla guida del proprio progetto tecnico. Questo faremo se saremo scelti alle prossime elezioni! Riteniamo che questa sia la base da cui partire per mettere i nostri atleti nelle migliori condizioni.

Sarà l’atleta di alto livello a proporre il proprio progetto, il proprio ambiente e gruppo di lavoro. Il progetto che dovrà essere condiviso con la Federazione, vedrà la stessa a supporto dell’atleta, senza imporre rigidi paletti che possano snaturarne l’essenza.

In un’epoca nella quale si parla di marginal gains, periodizzazione e tailorizzazione, il percorso non può che essere questo.

Inoltre, il tutto non può prescindere dal produrre regole chiare, semplici, giuste e meritocratiche per le convocazioni in Nazionale, siano convocazioni Elite o Giovanili.

Voglio chiudere con un appello agli atleti: spesso ringraziate questa Federazione sui social quando è la stessa Federazione che non vi aiuta, perché? Non abbiate paura, ci sono moltissimi dirigenti e tecnici che sono dalla vostra parte.

Fate sentire la vostra voce, cercate di porre fine a queste ingiustizie che vivete giornalmente. La vostra carriera è comunque limitata, ogni anno perso rappresenta per voi un’occasione che non si ripresenterà mai più: non potrete performare per 40 anni, non potrete giocarvi la qualifica Olimpica a 80 anni. Il momento di agire a vostra tutela è questo, anche perché il silenzio gioca a vostro sfavore.

Duathlon: un successo sbandierato. Ma è proprio così?

Ancora una volta i proclami della Federazione Italiana Triathlon dipingono un quadro decisamente diverso e non veritiero rispetto alla realtà dei fatti.

Ultimo a farne le spese il Campionato Italiano di Duathlon Classico presentato sul sito federale come un successo, un vero e proprio record. Ma non è così.

Questo il titolo sul sito www.fitri.it

Andiamo per ordine e facciamo un doveroso distinguo tra atleti iscritti e atleti partiti in quanto non è detto che tutti gli iscritti si presentino ai nastri di partenza.

Scorrendo la Start List troviamo una piccola svista, infatti, gli iscritti all’edizione 2023 sono 575 e non 585. Gli atleti realmente al via, invece, sono stati 536. E per la Fitri è sempre record, come si evince dallo screenshot di seguito estrapolato dalla notizia che riporta i vincitori.

Guardiamo ora il passato e scopriamo che l’edizione da record fu quella del 2021 con al via 745 atleti. Le edizioni tra il 2016 e il 2019 fecero numeri simili al 2023 con un minimo di 568 del 2018 e un massimo di 593 atleti partiti del 2016, prima edizione in cui si sfiorò il tetto dei 600 partenti. Mentre, la media partenti ai Campionati Italiani di Duathlon classico, tra il 2009 e il 2015 era di 280 atleti.

Cosa è successo nel 2016? Perché la media partenti, quell’anno e i successivi è più che raddoppiata?

Chi rappresentava la FITRI allora aveva dato importanza al Circuito Duathlon. A posteriori si può dire che l’idea era giusta e aveva portato risultati rivelatisi stabili nel tempo. Ora, forse, sarebbe il momento di dare nuova linfa per provare a far crescere ulteriormente la disciplina che potrebbe essere propedeutica al triathlon.

Come? Un’idea sulla quale lavorare potrebbe essere quella di rendere le gare di circuito valevoli come qualifica ai Campionati Italiani. Un’altra idea sulla quale confrontarsi potrebbe essere quella di tutelare i Campionati Italiani e non solo.

Prendiamo a esempio i Campionati Europei di Duathlon tenutisi a Caorle, in concomitanza si sono svolte altre 3 gare di Duathlon: Vigevano, Forlì e Pabillonis. E, in questo caso, la partecipazione degli Age Group non è stata agevolata tant’è che, pur gareggiando in casa, altre delegazioni sono state decisamente più numerose rispetto a quella italiana. E, a tal proposito, non vogliamo ricordare alcuni spiacevoli “inconvenienti” occorsi agli stessi atleti come, per esempio, l’aver ricevuto il body della Nazionale Italiana, profumatamente pagato, senza cognome e senza alcuni sponsor della Federazione con preghiera della stessa di stamparli a spese proprie.

Ora, come già fatto, per le discipline invernali, proviamo ad analizzare alcuni dati riguardo il duathlon.

AnnoD Kids e MiniD YouthD S. SprintD SprintD ClassicoD S.S. MTBD S. MTB
20193.733 – 1.868 (35)1.031 – 605 (15)564 – 504 (11)7980 – 4.991 (45)579 – 579 (1)159 – 153 (6)1.333 – 1.030 (18)
2020893 – 746 (11)28 – 28 (2)663 – 587 (5)1.943 – 1.653 (11)337 -337 (1)64 – 64 (3)258 – 212 (3)
20211.551 – 1.064 (19)1.082 – 608 (13)965 – 723 (7)4.564 – 3.236 (19)794 – 775 (2)76 – 76 (3)574 – 476 (6)
20222.847 – 1.661 (33)1.367 – 808 (13)985 – 760 (9)6.044 – 3.848 (37)526 – 522 (3)85 – 85 (4)602 – 516 (8)
2023 (al 13/04)1.188 – 913 (16)410 – 333 (11)534 – 505 (7)3.982 – 2.955 (33)189 – 189 (2)191 – 179 (2)400 – 330 (7)
in ogni colonna: il numero degli atleti partiti in totale – il numero degli atleti conteggiati una sola volta per tipo di gara disputata – tra parentesi il numero di gare totali

Sicuramente, il duathlon risulta essere una disciplina più partecipata rispetto al winter triathlon. Può essere svolta nel periodo invernale e primaverile in quasi tutta la nostra penisola, quando risulterebbe difficile praticare anche la frazione natatoria soprattutto in acque libere.

Nonostante World Triathlon spinga perché le Federazioni Nazionali promuovano questa multi disciplina, si può affermare che in poche la considerino. I campionati continentali Elite ed Age Group, oltre che quelli mondiali, sono sempre poco partecipati rispetto ai numeri globali.

Negli ultimi 15 anni, la crescita di circuiti quali Ironman e Challenge, l’ingresso di nuove realtà tra cui Super League, PTO, Clash, Arena Games, etc. hanno concentrato sempre più l’attenzione verso il triathlon che, essendo anche disciplina Olimpica, ha l’attenzione del movimento.

Quale futuro?

Se non cambiano gli scenari, il duathlon potrebbe avere una duplice connotazione: promozionale e propedeutica alla preparazione del triathlon con progetti dedicati.

Winter Triathlon: non è tutto oro quel che luccica

Dopo aver condiviso alcuni dati generali su tesserati, gare organizzate e atleti partiti, ritengo doveroso fare alcune considerazioni più dettagliate.

Iniziamo dall’attività invernale, la cui stagione 2023 può considerarsi conclusa. La prima tabella che andremo ad analizzare sarà quella di Winter Triathlon e Winter Duathlon.

AnnoWT Kids e MiniWT PromoWT sprintWT classicoWD SprintWD Kids
201810 – 9 (2)349 – 194 (4)
201928 – 28 (1)25 – 23 (2)389 – 342 (3)
2020327 – 290 (6)244 – 219 (4)
202167 – 54 (3)36 – 23 (2)326 – 245 (3)
202246 – 36 (16)6 – 6 (1)332 – 175 (7)389 – 258 (6)186 – 110 (5)2 – 2 (1)
2023 (al 13/04)165 – 111 (15)19 – 19 (1)372 – 226 (6)155 – 155 (1)50 – 50 (1)22 – 21 (2)
in ogni colonna: il numero degli atleti partiti in totale – il numero degli atleti conteggiati una sola volta per tipo di gara disputata – tra parentesi il numero di gare totali

I dati che si ritengono più attendibili per un raffronto riguardano il Winter Triathlon su distanza classica che, tra l’altro, assegna i titoli assoluti e di categoria. Negli ultimi 6 anni gli atleti la media di partecipanti è rimasta pressoché la stessa con un picco nel 2019 dovuto all’organizzazione dei Mondiali ad Asiago in epoca “non Covid-19”.

I numeri assoluti sono aumentati nel 2022 e nel 2023 grazie a un aumento di discipline (introduzione del Winter Duathlon), di categorie (introduzione dei Kids), di gare (introduzione di un circuito strutturato). Il numero dei praticanti, però, non decolla. Sia a livello italiano sia in ambito internazionale i numeri sono sempre gli stessi.

A tal riguardo la domanda più spontanea che sorge è: vale la pena disperdere energie e risorse in questa disciplina?

  • In Italia non può essere praticata ovunque. Le località sciistiche esistenti sono dislocate prevalentemente nel Nord della nostra penisola e da qualche anno a questa parte faticano spesso ad avere la neve per svolgere le attività ordinarie. Le prospettive a riguardo non sono rosee con le stesse località che stanno studiando il modo di riconvertirsi da qui ai prossimi 10 anni in caso dell’avverarsi delle previsioni che danno temperature in costante aumento con precipitazioni nevose sempre più scarse e non convenienza ad avvalersi della neve artificiale.
  • Non esiste un progetto a medio lungo termine che possa aiutare a coinvolgere nuovi praticanti.
  • Non è in previsione l’ingresso della disciplina nelle specialità olimpiche, cosa che potrebbe aiutare ad avere visibilità e reperire nuovi adepti soprattutto in caso di risultati.
  • La disciplina, dal punto di vista tecnico, sembra non essere considerata propedeutica alla preparazione del Triathlon Olimpico.
  • Senza nulla togliere ai risultati ottenuti dagli atleti Elite ed Age Group, il tasso tecnico di queste gare risulta essere spesso di livello medio-basso con distacchi abissali tra i primi 2-3 atleti e gli altri oltre che podi spesso non completati per mancanza di partenti.

Tenendo conto che molte gare hanno visto un numero davvero esiguo di partenti. Riescono gli organizzatori a sostenere i costi di tali eventi? Come viene percepita l’immagine di questa disciplina e, di conseguenza, della Federazione rispetto ai numeri messi in campo? Le aziende sponsor del circuito sono consapevoli di questi numeri? E, soprattutto: sono contenti del ritorno sull’investimento? Mai come stavolta, non è tutto oro quel che luccica.