Gruppo vacanze: tutti a Cagliari

Finalmente è arrivato il fine settimana della WTCS di Cagliari. Sicuramente l’evento principale relativo al movimento Olimpico nel calendario della Federazione Italiana Triathlon dove poter vedere al via i migliori interpreti mondiali della triplice, soprattutto, quest’anno, a poco più di dodici mesi da Parigi 2024.

Nulla da dire sull’evento in sé che mi auguro possa restare a lungo appuntamento del calendario World Triathlon.

Ma ecco qualche fatto e qualche intreccio curioso di una giornata che si preannuncia intensa.

Oggi (26 maggio) è stato convocato il Consiglio Federale, notizia che non compare sul sito federale. Una riunione importante che, come si può notare dalla convocazione – clicca qui – in 3 ore (dalle 12 alle 15) deve trattare 17 punti all’ordine del giorno tra cui alcuni molto importanti come l’approvazione, per esempio, di 3 bilanci consuntivi (Fitri, Fitri Servizi, WTCS Cagliari 2022); 2 contratti (WTCS Cagliari e WTC Roma); modifica del Regolamento Tecnico; Progetto Scuole Triathlon – annunciato dal Presidente in occasione del briefing del Campionato Italiano Duathlon Giovani di Magione come una svolta epocale; il GIPSO, per chi non lo sapesse, significa Gestione Informazioni per la Preparazione della Squadra Olimpica. Mi auguro, almeno, che non ci siano pause pranzo – visto l’orario di convocazione – o altre interruzioni. E, vista l’efficienza di questo gruppo di lavoro in questa occasione, che tutti i documenti siano pubblicati sul sito federale con celerità e non con un anno di ritardo.

A seguire, un altro importante appuntamento: la Consulta Nazionale. La stessa si deve riunire due volte all’anno per confrontarsi riguardi i temi del territorio. A Cagliari si svolgerà dalle 15.00 alle 18.00. Anche qui, poco tempo per poter affrontare argomenti di grande importanza.

La giornata si concluderà alle 20.30 con la serata evento coordinata da Fitri Servizi con la presenza di numerosi importanti artisti. Lo show sarà curato da Valerio Toniolo, presente in duplice veste: Segretario Generale della Federazione Italiana Triathlon e Manager. Visti i coinvolgimenti e le attività dello stesso al di fuori del triathlon, si può pensare a un conflitto di interessi? Sarebbe il caso che la Federazione Italiana Triathlon facesse chiarezza sulla questione visti i poteri che l’articolo 34 dello Statuto conferiscono a questa carica.

Infine, il Gruppo Vacanze. Un insieme di persone che, per un motivo o per l’altro, sono state invitate ad assistere all’evento a spese FITRI senza giustificazione mentre molti atleti d’elite stanno vedendo dimezzati i propri budget per la Preparazione Olimpica.

Incontri ravvicinati del terzo tipo

Sabato scorso ho deciso di andare a vedere i ragazzi della società che presiedo alla prima edizione del Triathlon di Loano, cogliendo l’occasione per rivedere e salutare qualche vecchio amico e, perché no, scambiare qualche opinione riguardo la mia candidatura.

Da poco arrivato, una delle prime persone che incontro è proprio colui che sarà il mio avversario alle prossime elezioni, il presidente di tutti: Riccardo Giubilei.

Essendo stato sempre schietto riguardo al mio pensiero e non avendo alcun tipo di remora, lo saluto tendendogli la mano. Purtroppo, il presidente decide di non contraccambiare il gesto ma di salutare vagamente, evitandomi per tutto il resto della giornata e disattendendo alcuni importanti valori che il buon senso impone e lo sport insegna, risultando un esempio negativo.

Ma le sorprese non finiscono, arrivano alcuni fedelissimi dell’entourage.

Il primo, che in un messaggio privato scrive: “Ho visto che hai deciso di scendere in campo, ti conosco da tempo ormai e sono contento per te e ti faccio un sincero in bocca al lupo”, decide poi di salutare in maniera glaciale al primo incontro di persona, l’altro decide di chiacchierare con me dando vita a un confronto interessante che vorrei mettere nero su bianco per far capire alcuni miei pensieri e per rispondere a eventuali dubbi che qualcuno, legittimamente, può avere.

Mi viene detto che alcuni della “vecchia guardia” si sono sorpresi riguardo la mia candidatura in quanto il presidente gode di un forte consenso, che va oltre il 70%. Alcuni di loro paventano l’ipotesi che io possa essere il prestanome di qualcun altro.

Rispondo di essere conscio del risultato elettorale che ha visto Giubilei vincere e di essere altrettanto consapevole che da quanto riscontro in giro attualmente il gradimento è sicuramente calato. Di certo non sarà un’impresa facile, ma sono convinto che non sia impossibile. Inoltre, non sono certo persona adatta a fare da prestanome e, quindi, se non verrà utilizzata l’arma della giustizia sportiva per chissà quale illecito o chissà cosa, andrò convintamente sino in fondo a questo percorso insieme al gruppo di lavoro che mi sostiene e insieme a quelli che non si ritrovano in questa gestione.

Mi viene chiesto di ripensare alla mia candidatura in quanto sto andando verso una sicura sconfitta, se ho intenzione di arrivare sino in fondo e perché lo faccio.

Rispondo che lo sport insegna a vincere e a perdere. Che ce la metterò tutta per vincere proponendo un progetto innovativo, futuristico e, soprattutto, sostenibile e realizzabile. Che possa permettere alla nostra federazione di crescere davvero. Sono rammaricato quando mi confronto con persone meritevoli che nel corso degli anni hanno sudato dentro e fuori dai campi gara e ora sono lasciati ai margini per non si sa quale motivo: in questo modo si disperdono conoscenze, competenze e forza lavoro che per la nostra piccola ma ambiziosa federazione sono importanti.

Perché ho deciso di candidarmi? Semplicemente per dare un’opportunità a questa federazione che, ripeto, sembra navigare a vista senza progetti concreti a medio-lungo termine e con tante lacune figlie dell’incompetenza e del pressapochismo di molti. Quel che è certo è che non mi candido per trovare un’occupazione, per soddisfare il mio ego oppure per cercare rivalsa.

Vengo messo in guardia riguardo al fatto che se parlo con qualcuno, costui subito riferisca a chi di dovere. Quindi, devo fare attenzione.

Ho messo in conto che qualcuno faccia o farà il doppio gioco, ma dall’altra parte si è sicuri che non succeda lo stesso a parti invertite? Penso faccia parte del gioco.

Poi, la chiacchierata continua e si parla del più e del meno in quanto, comunque, ci si conosce da anni e i figli sono praticamente coetanei.

Però, la giornata non è ancora finita. Dopo qualche minuto vedo il tecnico della società che presiedo braccato dai “fantastici tre”. La chiacchierata dura alcuni minuti e il tema è: “Stiamo lavorando bene, perché Daniele si candida?.” Mi chiedo, perché coinvolgere questa persona, per questo motivo? Maurizio, sicuramente, meriterebbe ben altra considerazione dal punto di vista tecnico e dal punto di vista di quello che ha rappresentato da atleta.

Due domande mi sorgono spontanee: se il presidente pensa di avere un consenso di oltre il 70%, di fare bene, di avere la situazione sotto controllo e di essere in grado di dare un futuro alla nostra federazione, perché dovrei ritirare la mia candidatura? Ha forse paura di non essere rieletto?

Il presidente ha il vantaggio di aver già presentato un programma elettorale, di essere stato scelto, di governare la federazione.

Alle prossime elezioni mi auguro che l’assemblea valuti oggettivamente il suo operato oltre ai progetti e alla storia di chi si candiderà.

L’auspicio è che liberamente e democraticamente, l’assemblea voti chi riterrà più opportuno. Ci saranno vincitori e sconfitti, ma l’importante è che a vincere sia il triathlon. E vi assicuro che non si tratta di una frase fatta.

In quanto al titolo, mi sono permesso di citare Spielberg, colui che con il suo indimenticabile film li ha resi famosi ormai 45 anni fa. Certo, siamo nell’ambito della fantascienza e dell’ufologia, ma stavolta non stiamo parlando di oggetti volanti (per fortuna!). La sensazione è stata proprio quella di essere diventato, per qualche ora, un extraterrestre, a tratti invisibile, un’entità di cui tanti parlano, discutono, fanno considerazioni (più o meno opportune), ma che in alcune occasioni sfugge alla vista. Forse sabato a Loano è stato avvistato un UFO o un extraterrestre o forse si è trattato un effetto speciale. E forse, quell’extraterrestre ero proprio io: ecco perché il presidente mi ha ignorato, respingendo ogni possibilità di dialogo.

Daniele Moraglia gioca d’anticipo: “Mi candiderò alla presidenza della Federazione Italiana Triathlon”

Con una tempistica piuttosto inconsueta, Daniele Moraglia annuncia, con abbondante anticipo rispetto alla scadenza naturale del quadriennio olimpico, la volontà di candidarsi alla presidenza della Federazione Italiana Triathlon alle prossime elezioni della FITRI.

“È risaputo che non abbia mai approvato e condiviso la strategia dell’attuale presidente e del consiglio federale. La mia sensazione negativa iniziale si è rafforzata in questi primi anni di gestione: la Federazione Italiana Triathlon naviga a vista, senza reali progetti a medio-lungo termine, sotto i proclami a senso unico di un presidente più adatto a cercare consenso attraverso i social che a costruire il futuro del nostro movimento. Dietro un’apparenza di positività si cela malumore e scontento in tutte le aree del nostro sport. Proprio per questi motivi, ho deciso di mettere a disposizione le mie competenze e la mia esperienza per dare nuova linfa al nostro amato Triathlon. Sogno una Federazione dove gli atleti e i tecnici siano davvero al centro del progetto, dove il movimento paralimpico cresca di pari passo a quello olimpico, dove le Società siano il motore dell’attività e i Dirigenti siano pronti ad affrontare le future sfide che la nuova riforma dello sport presenterà. Lavorerò per una Federazione dove vinca la meritocrazia, la preparazione e l’eccellenza, quella vera, non quella sbandierata. La strada da percorrere è lunga, ma, nella pluralità di idee e competenza che ci accomuna, troveremo tutti insieme la via maestra per far crescere il Triathlon in Italia, conscio di non essere solo”.

CHI È 

Nato a Sanremo nel 1982, Moraglia, sposato e papà di due figli, è responsabile commerciale di due importanti aziende che producono integratori e abbigliamento sportivo. Laureato in Scienze Motorie e dello Sport presso l’Università Cattolica di Milano nel 2007 e in Management dello Sport presso l’Università del Foro Italico di Roma nel 2011, è stato insignito dal CONI della Stella di Bronzo, dal CONI Liguria dell’Oscar dello Sport e dal Comune di Sanremo del Premio San Romolo per lo sport. Può vantare il primato di essere stato il più giovane consigliere federale della Federazione Italiana Triathlon, è stato presidente del Comitato Regionale e fiduciario locale del CONI ed è presidente della Riviera Triathlon 1992. 

IL TRIATHLON 

“Dopo aver compiuto tutto il percorso agonistico nel nuoto, mi sono avvicinato al triathlon nei primi anni 2000. Una sera ho conosciuto i ragazzi che praticavano la multidisciplina, in particolare Daniele Rambaldi e ho iniziato anche io a buttarmi nella mischia prendendo in prestito la bicicletta del mio padrino. Nell’aprile del 2000 ho disputato la prima gara: da quel momento non mi sono più allontanato da questo sport”. 

Proprio nel 2000 ha iniziato ad aiutare nell’organizzazione del Sanremo Olympic Triathlon con la Riviera Triathlon 1992, società di cui è presidente da 20 anni. Numerosi gli appuntamenti nazionali e internazionali organizzati in oltre due decenni da Moraglia e dalla sua società sportiva: tra cui i Campionati Italiani di Triathlon, due edizioni della Coppa Europa, i Campionati Italiani Giovanili, la Coppa delle Regioni e ora il Challenge Sanremo.

“Sono molto contento del percorso compiuto nel mondo del triathlon sino ad oggi e vado molto fiero di aver realizzato il sogno del mio mentore Daniele Rambaldi ossia quello di aprire il settore giovanile della Riviera Triathlon: molti dei ragazzi cresciuti tra le nostre fila dal 2005 ad oggi, gravitano ancora nell’universo della società, danno una mano durante gli eventi, fanno parte del direttivo o investono il loro tempo per formare i giovani atleti che saranno il nostro futuro”.

GLI IDEALI 

“Nel corso di tutti questi anni ho fatto la mia strada. Sono entrato in contatto con tantissime persone e tutte mi hanno insegnato qualche cosa, ma vorrei ricordarne alcune.  Ho già citato diverse volte Daniele Rambaldi, che mi ha trasmesso l’amore per il triathlon ed è stato, per me, come un secondo papà; voglio ricordare anche Ivo Bensa, per tanti anni presidente del Comitato Provinciale del CONI di Imperia, il quale mi ha fatto percepire che cos’è l’amore incondizionato per lo sport e che cosa vuol dire combattere per le proprie idee. Sono convinto che la meritocrazia debba essere la chiave del successo delle persone invece vedo che troppo spesso, anche nella nostra Federazione, è più importante avere la giusta spinta. Ecco, questa “giusta spinta”, io l’ho persa diverse volte lungo il mio percorso proprio per restare fedele ai miei principi, ma sono convinto di aver fatto la scelta giusta: qualche progetto è stato rallentato, alcuni sono falliti, altri sono comunque andati avanti seppur con smisurata fatica, ma quello che più conta è aver tenuto stretti i valori in cui credo e l’integrità morale”.

CONTATTI: www.danielemoraglia.cominfo@danielemoraglia.com – 345.3426463