Duathlon: un successo sbandierato. Ma è proprio così?

Ancora una volta i proclami della Federazione Italiana Triathlon dipingono un quadro decisamente diverso e non veritiero rispetto alla realtà dei fatti.

Ultimo a farne le spese il Campionato Italiano di Duathlon Classico presentato sul sito federale come un successo, un vero e proprio record. Ma non è così.

Questo il titolo sul sito www.fitri.it

Andiamo per ordine e facciamo un doveroso distinguo tra atleti iscritti e atleti partiti in quanto non è detto che tutti gli iscritti si presentino ai nastri di partenza.

Scorrendo la Start List troviamo una piccola svista, infatti, gli iscritti all’edizione 2023 sono 575 e non 585. Gli atleti realmente al via, invece, sono stati 536. E per la Fitri è sempre record, come si evince dallo screenshot di seguito estrapolato dalla notizia che riporta i vincitori.

Guardiamo ora il passato e scopriamo che l’edizione da record fu quella del 2021 con al via 745 atleti. Le edizioni tra il 2016 e il 2019 fecero numeri simili al 2023 con un minimo di 568 del 2018 e un massimo di 593 atleti partiti del 2016, prima edizione in cui si sfiorò il tetto dei 600 partenti. Mentre, la media partenti ai Campionati Italiani di Duathlon classico, tra il 2009 e il 2015 era di 280 atleti.

Cosa è successo nel 2016? Perché la media partenti, quell’anno e i successivi è più che raddoppiata?

Chi rappresentava la FITRI allora aveva dato importanza al Circuito Duathlon. A posteriori si può dire che l’idea era giusta e aveva portato risultati rivelatisi stabili nel tempo. Ora, forse, sarebbe il momento di dare nuova linfa per provare a far crescere ulteriormente la disciplina che potrebbe essere propedeutica al triathlon.

Come? Un’idea sulla quale lavorare potrebbe essere quella di rendere le gare di circuito valevoli come qualifica ai Campionati Italiani. Un’altra idea sulla quale confrontarsi potrebbe essere quella di tutelare i Campionati Italiani e non solo.

Prendiamo a esempio i Campionati Europei di Duathlon tenutisi a Caorle, in concomitanza si sono svolte altre 3 gare di Duathlon: Vigevano, Forlì e Pabillonis. E, in questo caso, la partecipazione degli Age Group non è stata agevolata tant’è che, pur gareggiando in casa, altre delegazioni sono state decisamente più numerose rispetto a quella italiana. E, a tal proposito, non vogliamo ricordare alcuni spiacevoli “inconvenienti” occorsi agli stessi atleti come, per esempio, l’aver ricevuto il body della Nazionale Italiana, profumatamente pagato, senza cognome e senza alcuni sponsor della Federazione con preghiera della stessa di stamparli a spese proprie.

Ora, come già fatto, per le discipline invernali, proviamo ad analizzare alcuni dati riguardo il duathlon.

AnnoD Kids e MiniD YouthD S. SprintD SprintD ClassicoD S.S. MTBD S. MTB
20193.733 – 1.868 (35)1.031 – 605 (15)564 – 504 (11)7980 – 4.991 (45)579 – 579 (1)159 – 153 (6)1.333 – 1.030 (18)
2020893 – 746 (11)28 – 28 (2)663 – 587 (5)1.943 – 1.653 (11)337 -337 (1)64 – 64 (3)258 – 212 (3)
20211.551 – 1.064 (19)1.082 – 608 (13)965 – 723 (7)4.564 – 3.236 (19)794 – 775 (2)76 – 76 (3)574 – 476 (6)
20222.847 – 1.661 (33)1.367 – 808 (13)985 – 760 (9)6.044 – 3.848 (37)526 – 522 (3)85 – 85 (4)602 – 516 (8)
2023 (al 13/04)1.188 – 913 (16)410 – 333 (11)534 – 505 (7)3.982 – 2.955 (33)189 – 189 (2)191 – 179 (2)400 – 330 (7)
in ogni colonna: il numero degli atleti partiti in totale – il numero degli atleti conteggiati una sola volta per tipo di gara disputata – tra parentesi il numero di gare totali

Sicuramente, il duathlon risulta essere una disciplina più partecipata rispetto al winter triathlon. Può essere svolta nel periodo invernale e primaverile in quasi tutta la nostra penisola, quando risulterebbe difficile praticare anche la frazione natatoria soprattutto in acque libere.

Nonostante World Triathlon spinga perché le Federazioni Nazionali promuovano questa multi disciplina, si può affermare che in poche la considerino. I campionati continentali Elite ed Age Group, oltre che quelli mondiali, sono sempre poco partecipati rispetto ai numeri globali.

Negli ultimi 15 anni, la crescita di circuiti quali Ironman e Challenge, l’ingresso di nuove realtà tra cui Super League, PTO, Clash, Arena Games, etc. hanno concentrato sempre più l’attenzione verso il triathlon che, essendo anche disciplina Olimpica, ha l’attenzione del movimento.

Quale futuro?

Se non cambiano gli scenari, il duathlon potrebbe avere una duplice connotazione: promozionale e propedeutica alla preparazione del triathlon con progetti dedicati.

Il cuore del progetto: le persone

Una questione che mi sta a cuore è quella di essere circondato da persone accomunate da importanti doti quali competenza, preparazione, professionalità, serietà e passione.

Queste persone, che siano atleti (di triathlon o di paratriathlon) élite, giovani o age group, oppure dirigenti, organizzatori, tecnici o altre figure che possano permettere al nostro movimento di crescere, saranno poste al centro di ogni progetto e saranno messe in grado di esprimersi al meglio.

Per ognuna di queste figure ritengo fondamentali alcuni passaggi che saranno alla base del Programma Elettorale e del quadriennio che andrò a presiedere se l’elettorato me lo permetterà.

L’atleta élite (attività internazionale – World Triathlon):

  • dovrà sentirsi libero di presentare il proprio progetto sportivo, condividendo i propri obiettivi e definendo quella che sarà la propria squadra di lavoro. In questo caso la Federazione dovrà essergli di supporto fornendo gli strumenti adatti per il perseguimento degli obiettivi, collaborando a stretto contatto con la società per cui l’atleta è tesserato e non sostituendola.

Non dovrebbero esistere:

  • imposizioni di lunghi raduni dove la preparazione dello stesso viene sconvolta;
  • situazioni generalizzate (p.e. non è detto che se un atleta performa al meglio dopo 1 mese di altura, la regola valga per tutti gli altri);
  • imposizioni tecniche su staff, ambienti e luoghi di lavoro (p.e. se un atleta sceglie di essere seguito da un determinato staff e di avere la propria base di allenamento in Francia, negli Stati Uniti o in qualsiasi altro Paese, deve essere libero di poterlo fare, senza che questo abbia ripercussioni sulle selezioni per le squadre nazionali o sul supporto che la Federazione darà all’atleta: il supporto dev’essere parametrato alle prestazione raggiunte in relazione ai progetti condivisi a inizio stagione). L’unica eccezione riguarda il coinvolgimento di persone coinvolte in situazioni di doping, abusi o molestie;
  • chiusure a sponsor personali purché questi non entrino in concorrenza con quelli federali: oltre a essere un valore aggiunto per la Federazione, lo sono anche per l’atleta.

L’atleta age group (attività internazionale – World Triathlon):

  • nel momento in cui decide di rappresentare la propria nazione a eventi di Campionato Europeo o Mondiale, deve essere agevolato con l’offerta di prodotti e servizi pensati e progettati su misura e deve ricevere un adeguato supporto nell’avvicinamento all’evento e durante la manifestazione;
  • deve essere certo di partecipare a eventi di qualità e in sicurezza, siano essi promozionali o titolati.

I giovani atleti:

  • dovranno crescere in un ambiente sano in cui imparare i veri valori dello sport, divertendosi;
  • sarà ritenuto importante che si formino e crescano sportivamente nella società più vicina al proprio luogo di residenza, cercando di impedire che diventino merce di scambio per favorire la crescita di società che fagocitano piccole realtà che hanno investito tanto sul territorio. Se è vero che spesso l’unione fa la forza, in questo caso ritengo che la capillarità sia indispensabile affinché siano realizzati tutta una serie di progetti collaterali per la vera diffusione del nostro sport a livello giovanile, supportando le tante piccole società con attività strutturate, piuttosto che una tantum.

I dirigenti:

  • sono figure dotate di una sconfinata passione, un motore importante per dirigere una società o un’associazione sportiva, aspetto che oggigiorno non basta più. Siccome sono necessarie competenza, preparazione, professionalità e serietà, sarà attivata una serie di corsi di formazione e aggiornamento, cosa mai fatta ad oggi dalla Federazione Italiana Triathlon e più che mai importante e necessaria in questa fase storica che vivrà sabato 1 luglio 2023 un cambiamento epocale con l’entrata in vigore della Riforma dello Sport.

Gli organizzatori:

  • hanno tante responsabilità e poche tutele, ma anche in questo caso la passione non è sufficiente. Come per i dirigenti, servono competenza, preparazione, professionalità e serietà. Anche per questa figura saranno attivati dei corsi di formazione e aggiornamento.

I tecnici:

  • rappresentano una figura cardine per il nostro movimento, quella a cui si consegnano giovani atleti da formare e allenare, quella a cui si affidano atleti d’élite per eccellere; quella a cui si rivolgono gli atleti age group per prepararsi. Attualmente al tecnico è richiesto di essere un po’ allenatore, un po’ preparatore, un po’ psicologo, un po’ nutrizionista, ma di fatto, nella maggior parte dei casi, è solo una persona che fa tutto questo come secondo lavoro o hobby, esclusivamente per passione. Se vogliamo che i nostri tecnici siano dei professionisti veri, dobbiamo dare la possibilità di accedere a una preparazione importante, lavorare in equipe, ma, soprattutto, dovranno essere messi in condizione di fare di questo lavoro una vera professione.

Contatti

Daniele Moraglia gioca d’anticipo: “Mi candiderò alla presidenza della Federazione Italiana Triathlon”

Con una tempistica piuttosto inconsueta, Daniele Moraglia annuncia, con abbondante anticipo rispetto alla scadenza naturale del quadriennio olimpico, la volontà di candidarsi alla presidenza della Federazione Italiana Triathlon alle prossime elezioni della FITRI.

“È risaputo che non abbia mai approvato e condiviso la strategia dell’attuale presidente e del consiglio federale. La mia sensazione negativa iniziale si è rafforzata in questi primi anni di gestione: la Federazione Italiana Triathlon naviga a vista, senza reali progetti a medio-lungo termine, sotto i proclami a senso unico di un presidente più adatto a cercare consenso attraverso i social che a costruire il futuro del nostro movimento. Dietro un’apparenza di positività si cela malumore e scontento in tutte le aree del nostro sport. Proprio per questi motivi, ho deciso di mettere a disposizione le mie competenze e la mia esperienza per dare nuova linfa al nostro amato Triathlon. Sogno una Federazione dove gli atleti e i tecnici siano davvero al centro del progetto, dove il movimento paralimpico cresca di pari passo a quello olimpico, dove le Società siano il motore dell’attività e i Dirigenti siano pronti ad affrontare le future sfide che la nuova riforma dello sport presenterà. Lavorerò per una Federazione dove vinca la meritocrazia, la preparazione e l’eccellenza, quella vera, non quella sbandierata. La strada da percorrere è lunga, ma, nella pluralità di idee e competenza che ci accomuna, troveremo tutti insieme la via maestra per far crescere il Triathlon in Italia, conscio di non essere solo”.

CHI È 

Nato a Sanremo nel 1982, Moraglia, sposato e papà di due figli, è responsabile commerciale di due importanti aziende che producono integratori e abbigliamento sportivo. Laureato in Scienze Motorie e dello Sport presso l’Università Cattolica di Milano nel 2007 e in Management dello Sport presso l’Università del Foro Italico di Roma nel 2011, è stato insignito dal CONI della Stella di Bronzo, dal CONI Liguria dell’Oscar dello Sport e dal Comune di Sanremo del Premio San Romolo per lo sport. Può vantare il primato di essere stato il più giovane consigliere federale della Federazione Italiana Triathlon, è stato presidente del Comitato Regionale e fiduciario locale del CONI ed è presidente della Riviera Triathlon 1992. 

IL TRIATHLON 

“Dopo aver compiuto tutto il percorso agonistico nel nuoto, mi sono avvicinato al triathlon nei primi anni 2000. Una sera ho conosciuto i ragazzi che praticavano la multidisciplina, in particolare Daniele Rambaldi e ho iniziato anche io a buttarmi nella mischia prendendo in prestito la bicicletta del mio padrino. Nell’aprile del 2000 ho disputato la prima gara: da quel momento non mi sono più allontanato da questo sport”. 

Proprio nel 2000 ha iniziato ad aiutare nell’organizzazione del Sanremo Olympic Triathlon con la Riviera Triathlon 1992, società di cui è presidente da 20 anni. Numerosi gli appuntamenti nazionali e internazionali organizzati in oltre due decenni da Moraglia e dalla sua società sportiva: tra cui i Campionati Italiani di Triathlon, due edizioni della Coppa Europa, i Campionati Italiani Giovanili, la Coppa delle Regioni e ora il Challenge Sanremo.

“Sono molto contento del percorso compiuto nel mondo del triathlon sino ad oggi e vado molto fiero di aver realizzato il sogno del mio mentore Daniele Rambaldi ossia quello di aprire il settore giovanile della Riviera Triathlon: molti dei ragazzi cresciuti tra le nostre fila dal 2005 ad oggi, gravitano ancora nell’universo della società, danno una mano durante gli eventi, fanno parte del direttivo o investono il loro tempo per formare i giovani atleti che saranno il nostro futuro”.

GLI IDEALI 

“Nel corso di tutti questi anni ho fatto la mia strada. Sono entrato in contatto con tantissime persone e tutte mi hanno insegnato qualche cosa, ma vorrei ricordarne alcune.  Ho già citato diverse volte Daniele Rambaldi, che mi ha trasmesso l’amore per il triathlon ed è stato, per me, come un secondo papà; voglio ricordare anche Ivo Bensa, per tanti anni presidente del Comitato Provinciale del CONI di Imperia, il quale mi ha fatto percepire che cos’è l’amore incondizionato per lo sport e che cosa vuol dire combattere per le proprie idee. Sono convinto che la meritocrazia debba essere la chiave del successo delle persone invece vedo che troppo spesso, anche nella nostra Federazione, è più importante avere la giusta spinta. Ecco, questa “giusta spinta”, io l’ho persa diverse volte lungo il mio percorso proprio per restare fedele ai miei principi, ma sono convinto di aver fatto la scelta giusta: qualche progetto è stato rallentato, alcuni sono falliti, altri sono comunque andati avanti seppur con smisurata fatica, ma quello che più conta è aver tenuto stretti i valori in cui credo e l’integrità morale”.

CONTATTI: www.danielemoraglia.cominfo@danielemoraglia.com – 345.3426463