Ecco Fabio, esperienza e competenza a disposizione della squadra

Prima di decidere di scendere in campo e manifestare la mia intenzione a candidarmi alla Presidenza della Federazione Italiana Triathlon ho avuto modo di confrontarmi con molti stakeholders del nostro movimento.

Sin dall’inizio, un gruppo di persone mi è stato vicino incoraggiandomi ad andare avanti: non sono mai stato solo!

È giunto il momento di presentarvi Fabio Rastelli.

Fabio è un allenatore professionista di triathlon che svolge questa attività a tempo pieno. Laureato con lode in Scienze Motorie, ha poi conseguito il Dottorato di Ricerca in Discipline delle Attività Motorie e Sportive, continuando l’attività di ricerca al CNR di Milano, occupandosi di Fisiologia dell’Esercizio Fisico.

Da sempre amante dello sport praticato, parallelamente all’attività di ricerca ha portato avanti l’attività di allenatore che, dopo una breve parentesi nell’atletica leggera, è stata interamente rivolta al triathlon, dapprima nel settore age-group, poi in quello giovanile ed élite.

Ha lavorato con atleti olimpionici, aiutandoli a raggiungere diversi podi in Coppa del Mondo e in Coppa Europa, oltre alla qualifica per i Giochi Olimpici, e con atleti élite sulle lunghe distanze con i quali hanno raggiunto alcune top10 in gare del circuito Ironman. È stato allenatore, Program Manager e Performance Analyst della Nazionale Italiana élite di Triathlon e ha avuto modo di collaborare per alcuni anni con Joel Filliol e gli atleti del suo squad, tra cui diversi campioni del mondo e una medagliata olimpica. Grazie al suo background è stato membro della delegazione italiana ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020.

Si è impegnato molto anche nella formazione di giovani allenatori, in quanto ritiene che trasmettere le proprie conoscenze sia un lavoro che porta a mettere in discussione e rivalutare ciò che si è appreso negli anni, avendo un’importante opportunità di crescita personale. È stato docente di Atletica Leggera e di Valutazione Funzionale all’Università degli Studi dell’Aquila, docente di Metodologia dell’Allenamento all’Università degli Studi di Roma “Foro Italico” e, non ultimo, ha fatto parte del corpo docenti della Federazione Italiana Triathlon.

Lo svolgimento di numerose collaborazioni su discipline sportive diverse hanno arricchito il suo bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche. È stato collaboratore:

  • della FIGC nell’ambito di progetti di sviluppo dell’allenamento giovanile;
  • di Technogym per lo sviluppo di nuovi strumenti per l’allenamento della forza;
  • della Squadra Nazionale Italiana di pattinaggio su ghiaccio “short track” per la preparazione dei mondiali di Vienna 2009;
  • della Squadra Nazionale Russa di pattinaggio su ghiaccio “long track” per la preparazione dei mondiali di Heerenveen 2010;
  • della Squadra Nazionale Cinese di marcia per la preparazione dei mondiali di Daegu 2011.

Sin dal primo incontro io e Fabio ci siamo trovati sulla stessa lunghezza d’onda. L’atleta élite deve essere messo al centro del proprio progetto, deve essere supportato nel raggiungere gli obiettivi prefissati e deve essere lasciato libero di seguire il proprio percorso con le proprie persone di fiducia conoscendo da subito le linee guida che lo accompagneranno durante il quadriennio, basate su meritocrazia e risultati, senza che queste vengano modificate in corso d’opera o siano bypassate da soggettività o scelte politiche.

“Dall’esperienza maturata con atleti di alto livello ho imparato che, sebbene gli aspetti tecnici siano di grandissima importanza, la chiave per il raggiungimento delle massime performance è la consapevolezza e la presa di responsabilità da parte dell’atleta delle scelte sul proprio processo di crescita – dice Fabio Rastelli – Un atleta che sceglie il proprio percorso in maniera consapevole, crede fortemente nella strada scelta e questo produrrà motivazione e impegno massimi; viceversa una strada imposta potrà essere percorsa in maniera impeccabile dall’atleta, ma con motivazione e impegno scarsi. L’allenatore dovrebbe responsabilizzare gli atleti e stimolarli a farsi carico delle proprie scelte, consigliando e mai imponendo loro la strada da seguire”.

Gruppo vacanze: tutti a Cagliari

Finalmente è arrivato il fine settimana della WTCS di Cagliari. Sicuramente l’evento principale relativo al movimento Olimpico nel calendario della Federazione Italiana Triathlon dove poter vedere al via i migliori interpreti mondiali della triplice, soprattutto, quest’anno, a poco più di dodici mesi da Parigi 2024.

Nulla da dire sull’evento in sé che mi auguro possa restare a lungo appuntamento del calendario World Triathlon.

Ma ecco qualche fatto e qualche intreccio curioso di una giornata che si preannuncia intensa.

Oggi (26 maggio) è stato convocato il Consiglio Federale, notizia che non compare sul sito federale. Una riunione importante che, come si può notare dalla convocazione – clicca qui – in 3 ore (dalle 12 alle 15) deve trattare 17 punti all’ordine del giorno tra cui alcuni molto importanti come l’approvazione, per esempio, di 3 bilanci consuntivi (Fitri, Fitri Servizi, WTCS Cagliari 2022); 2 contratti (WTCS Cagliari e WTC Roma); modifica del Regolamento Tecnico; Progetto Scuole Triathlon – annunciato dal Presidente in occasione del briefing del Campionato Italiano Duathlon Giovani di Magione come una svolta epocale; il GIPSO, per chi non lo sapesse, significa Gestione Informazioni per la Preparazione della Squadra Olimpica. Mi auguro, almeno, che non ci siano pause pranzo – visto l’orario di convocazione – o altre interruzioni. E, vista l’efficienza di questo gruppo di lavoro in questa occasione, che tutti i documenti siano pubblicati sul sito federale con celerità e non con un anno di ritardo.

A seguire, un altro importante appuntamento: la Consulta Nazionale. La stessa si deve riunire due volte all’anno per confrontarsi riguardi i temi del territorio. A Cagliari si svolgerà dalle 15.00 alle 18.00. Anche qui, poco tempo per poter affrontare argomenti di grande importanza.

La giornata si concluderà alle 20.30 con la serata evento coordinata da Fitri Servizi con la presenza di numerosi importanti artisti. Lo show sarà curato da Valerio Toniolo, presente in duplice veste: Segretario Generale della Federazione Italiana Triathlon e Manager. Visti i coinvolgimenti e le attività dello stesso al di fuori del triathlon, si può pensare a un conflitto di interessi? Sarebbe il caso che la Federazione Italiana Triathlon facesse chiarezza sulla questione visti i poteri che l’articolo 34 dello Statuto conferiscono a questa carica.

Infine, il Gruppo Vacanze. Un insieme di persone che, per un motivo o per l’altro, sono state invitate ad assistere all’evento a spese FITRI senza giustificazione mentre molti atleti d’elite stanno vedendo dimezzati i propri budget per la Preparazione Olimpica.

Incontri ravvicinati del terzo tipo

Sabato scorso ho deciso di andare a vedere i ragazzi della società che presiedo alla prima edizione del Triathlon di Loano, cogliendo l’occasione per rivedere e salutare qualche vecchio amico e, perché no, scambiare qualche opinione riguardo la mia candidatura.

Da poco arrivato, una delle prime persone che incontro è proprio colui che sarà il mio avversario alle prossime elezioni, il presidente di tutti: Riccardo Giubilei.

Essendo stato sempre schietto riguardo al mio pensiero e non avendo alcun tipo di remora, lo saluto tendendogli la mano. Purtroppo, il presidente decide di non contraccambiare il gesto ma di salutare vagamente, evitandomi per tutto il resto della giornata e disattendendo alcuni importanti valori che il buon senso impone e lo sport insegna, risultando un esempio negativo.

Ma le sorprese non finiscono, arrivano alcuni fedelissimi dell’entourage.

Il primo, che in un messaggio privato scrive: “Ho visto che hai deciso di scendere in campo, ti conosco da tempo ormai e sono contento per te e ti faccio un sincero in bocca al lupo”, decide poi di salutare in maniera glaciale al primo incontro di persona, l’altro decide di chiacchierare con me dando vita a un confronto interessante che vorrei mettere nero su bianco per far capire alcuni miei pensieri e per rispondere a eventuali dubbi che qualcuno, legittimamente, può avere.

Mi viene detto che alcuni della “vecchia guardia” si sono sorpresi riguardo la mia candidatura in quanto il presidente gode di un forte consenso, che va oltre il 70%. Alcuni di loro paventano l’ipotesi che io possa essere il prestanome di qualcun altro.

Rispondo di essere conscio del risultato elettorale che ha visto Giubilei vincere e di essere altrettanto consapevole che da quanto riscontro in giro attualmente il gradimento è sicuramente calato. Di certo non sarà un’impresa facile, ma sono convinto che non sia impossibile. Inoltre, non sono certo persona adatta a fare da prestanome e, quindi, se non verrà utilizzata l’arma della giustizia sportiva per chissà quale illecito o chissà cosa, andrò convintamente sino in fondo a questo percorso insieme al gruppo di lavoro che mi sostiene e insieme a quelli che non si ritrovano in questa gestione.

Mi viene chiesto di ripensare alla mia candidatura in quanto sto andando verso una sicura sconfitta, se ho intenzione di arrivare sino in fondo e perché lo faccio.

Rispondo che lo sport insegna a vincere e a perdere. Che ce la metterò tutta per vincere proponendo un progetto innovativo, futuristico e, soprattutto, sostenibile e realizzabile. Che possa permettere alla nostra federazione di crescere davvero. Sono rammaricato quando mi confronto con persone meritevoli che nel corso degli anni hanno sudato dentro e fuori dai campi gara e ora sono lasciati ai margini per non si sa quale motivo: in questo modo si disperdono conoscenze, competenze e forza lavoro che per la nostra piccola ma ambiziosa federazione sono importanti.

Perché ho deciso di candidarmi? Semplicemente per dare un’opportunità a questa federazione che, ripeto, sembra navigare a vista senza progetti concreti a medio-lungo termine e con tante lacune figlie dell’incompetenza e del pressapochismo di molti. Quel che è certo è che non mi candido per trovare un’occupazione, per soddisfare il mio ego oppure per cercare rivalsa.

Vengo messo in guardia riguardo al fatto che se parlo con qualcuno, costui subito riferisca a chi di dovere. Quindi, devo fare attenzione.

Ho messo in conto che qualcuno faccia o farà il doppio gioco, ma dall’altra parte si è sicuri che non succeda lo stesso a parti invertite? Penso faccia parte del gioco.

Poi, la chiacchierata continua e si parla del più e del meno in quanto, comunque, ci si conosce da anni e i figli sono praticamente coetanei.

Però, la giornata non è ancora finita. Dopo qualche minuto vedo il tecnico della società che presiedo braccato dai “fantastici tre”. La chiacchierata dura alcuni minuti e il tema è: “Stiamo lavorando bene, perché Daniele si candida?.” Mi chiedo, perché coinvolgere questa persona, per questo motivo? Maurizio, sicuramente, meriterebbe ben altra considerazione dal punto di vista tecnico e dal punto di vista di quello che ha rappresentato da atleta.

Due domande mi sorgono spontanee: se il presidente pensa di avere un consenso di oltre il 70%, di fare bene, di avere la situazione sotto controllo e di essere in grado di dare un futuro alla nostra federazione, perché dovrei ritirare la mia candidatura? Ha forse paura di non essere rieletto?

Il presidente ha il vantaggio di aver già presentato un programma elettorale, di essere stato scelto, di governare la federazione.

Alle prossime elezioni mi auguro che l’assemblea valuti oggettivamente il suo operato oltre ai progetti e alla storia di chi si candiderà.

L’auspicio è che liberamente e democraticamente, l’assemblea voti chi riterrà più opportuno. Ci saranno vincitori e sconfitti, ma l’importante è che a vincere sia il triathlon. E vi assicuro che non si tratta di una frase fatta.

In quanto al titolo, mi sono permesso di citare Spielberg, colui che con il suo indimenticabile film li ha resi famosi ormai 45 anni fa. Certo, siamo nell’ambito della fantascienza e dell’ufologia, ma stavolta non stiamo parlando di oggetti volanti (per fortuna!). La sensazione è stata proprio quella di essere diventato, per qualche ora, un extraterrestre, a tratti invisibile, un’entità di cui tanti parlano, discutono, fanno considerazioni (più o meno opportune), ma che in alcune occasioni sfugge alla vista. Forse sabato a Loano è stato avvistato un UFO o un extraterrestre o forse si è trattato un effetto speciale. E forse, quell’extraterrestre ero proprio io: ecco perché il presidente mi ha ignorato, respingendo ogni possibilità di dialogo.

World Triathlon Cup Arzachena?

Il 7 e l’8 ottobre 2023 si dovrebbe svolgere la World Triathlon Cup di Arzachena, inserita nel calendario World Triathlon.

Ma siamo sicuri?

Attualmente sul calendario gare della Federazione Italiana Triathlon non vi è nessuna gara a calendario che faccia riferimento ad Arzachena.

Dalla documentazione reperita su internet si scopre che la Regione Sardegna, scaduta la convenzione triennale, non rifinanzierà la manifestazione ipotizzando voglia puntare tutto sulla più importante WTCS di Cagliari.

Borgo Egnazia, persa la candidatura per l’organizzazione dei Campionati Italiani di Triathlon Medio (periodo maggio/inizio giugno), poi calendarizzata a inizio ottobre, entra a far parte dell’importante circuito internazionale Challenge Family con un nuovo spostamento di data, questa volta al 21 ottobre.

Da diverse fonti pare che la Federazione Italiana Triathlon stia spingendo per mantenere la World Triathlon Cup in Italia, il weekend del 7 e 8 ottobre con svolgimento a Roma, in zona EUR.

Se da una parte è da ritenersi cosa positiva in quanto una World Triathlon Cup a Roma sarebbe sicuramente motivo di orgoglio e di lustro per i quali mi complimento, dall’altra parte ci sono alcune cose che non mi tornano:

  • è stato dichiarato che non sarebbero entrate in calendario nuove gare Internazionali o Gold dopo i termini. Le varie scadenze previste dalla circolare gare per richiedere le stesse fanno sì che possa esserci una sorta di armonia nel calendario, difficile da gestire oggigiorno vista la gran quantità di eventi organizzati nella nostra penisola. Come dovrebbe reagire un organizzatore che si vede inserire in calendario a termini scaduti, a stagione inoltrata una gara importante, in zona e nello stesso periodo?
  • Uno dei criteri chiave previsti dalla World Triathlon per organizzare una World Cup nella guida pubblicata ad aprile 2022 per gli eventi 2023 è: “Test event to be organised before hosting the first World Triathlon Cup. A Continental Cup level is preferred, but to be agreed by World Triathlon.” Il penultimo triathlon organizzato all’EUR a Roma risulta essere la tappa di Grand Prix del 2016, mentre l’ultimo il Challenge Roma del 2017, spostato nel 2018 a Ostia. Come potrebbe la World Triathlon derogare a questo punto?
  • Molto probabilmente il fatto che Arzachena non si sarebbe organizzata si sapeva da tempo. Pare che la richiesta in World Triathlon riguardo lo spostamento di sede sia stata fatta solo a marzo. Organizzare un evento di tale portata, con standard organizzativi elevati in una città problematica come Roma è difficile. Perché non ci si è mossi prima?
  • Siamo a fine aprile, la World Cup dovrebbe tenersi a ottobre e assegnerebbe punteggio per i prossimi Giochi Olimpici di Parigi. Inoltre, un’eventuale gara a Roma, avrebbe un percorso molto diverso da quello di Arzachena dove c’è una salita davvero impegnativa da ripetere più volte e dove, di conseguenza, si fa selezione. Non sarebbe lecito da parte degli atleti, dei tecnici e delle federazioni conoscere se e dove si disputerà per poter programmare l’eventuale partecipazione? Aspettate a comprare il biglietto per aereo o traghetto.

Duathlon: un successo sbandierato. Ma è proprio così?

Ancora una volta i proclami della Federazione Italiana Triathlon dipingono un quadro decisamente diverso e non veritiero rispetto alla realtà dei fatti.

Ultimo a farne le spese il Campionato Italiano di Duathlon Classico presentato sul sito federale come un successo, un vero e proprio record. Ma non è così.

Questo il titolo sul sito www.fitri.it

Andiamo per ordine e facciamo un doveroso distinguo tra atleti iscritti e atleti partiti in quanto non è detto che tutti gli iscritti si presentino ai nastri di partenza.

Scorrendo la Start List troviamo una piccola svista, infatti, gli iscritti all’edizione 2023 sono 575 e non 585. Gli atleti realmente al via, invece, sono stati 536. E per la Fitri è sempre record, come si evince dallo screenshot di seguito estrapolato dalla notizia che riporta i vincitori.

Guardiamo ora il passato e scopriamo che l’edizione da record fu quella del 2021 con al via 745 atleti. Le edizioni tra il 2016 e il 2019 fecero numeri simili al 2023 con un minimo di 568 del 2018 e un massimo di 593 atleti partiti del 2016, prima edizione in cui si sfiorò il tetto dei 600 partenti. Mentre, la media partenti ai Campionati Italiani di Duathlon classico, tra il 2009 e il 2015 era di 280 atleti.

Cosa è successo nel 2016? Perché la media partenti, quell’anno e i successivi è più che raddoppiata?

Chi rappresentava la FITRI allora aveva dato importanza al Circuito Duathlon. A posteriori si può dire che l’idea era giusta e aveva portato risultati rivelatisi stabili nel tempo. Ora, forse, sarebbe il momento di dare nuova linfa per provare a far crescere ulteriormente la disciplina che potrebbe essere propedeutica al triathlon.

Come? Un’idea sulla quale lavorare potrebbe essere quella di rendere le gare di circuito valevoli come qualifica ai Campionati Italiani. Un’altra idea sulla quale confrontarsi potrebbe essere quella di tutelare i Campionati Italiani e non solo.

Prendiamo a esempio i Campionati Europei di Duathlon tenutisi a Caorle, in concomitanza si sono svolte altre 3 gare di Duathlon: Vigevano, Forlì e Pabillonis. E, in questo caso, la partecipazione degli Age Group non è stata agevolata tant’è che, pur gareggiando in casa, altre delegazioni sono state decisamente più numerose rispetto a quella italiana. E, a tal proposito, non vogliamo ricordare alcuni spiacevoli “inconvenienti” occorsi agli stessi atleti come, per esempio, l’aver ricevuto il body della Nazionale Italiana, profumatamente pagato, senza cognome e senza alcuni sponsor della Federazione con preghiera della stessa di stamparli a spese proprie.

Ora, come già fatto, per le discipline invernali, proviamo ad analizzare alcuni dati riguardo il duathlon.

AnnoD Kids e MiniD YouthD S. SprintD SprintD ClassicoD S.S. MTBD S. MTB
20193.733 – 1.868 (35)1.031 – 605 (15)564 – 504 (11)7980 – 4.991 (45)579 – 579 (1)159 – 153 (6)1.333 – 1.030 (18)
2020893 – 746 (11)28 – 28 (2)663 – 587 (5)1.943 – 1.653 (11)337 -337 (1)64 – 64 (3)258 – 212 (3)
20211.551 – 1.064 (19)1.082 – 608 (13)965 – 723 (7)4.564 – 3.236 (19)794 – 775 (2)76 – 76 (3)574 – 476 (6)
20222.847 – 1.661 (33)1.367 – 808 (13)985 – 760 (9)6.044 – 3.848 (37)526 – 522 (3)85 – 85 (4)602 – 516 (8)
2023 (al 13/04)1.188 – 913 (16)410 – 333 (11)534 – 505 (7)3.982 – 2.955 (33)189 – 189 (2)191 – 179 (2)400 – 330 (7)
in ogni colonna: il numero degli atleti partiti in totale – il numero degli atleti conteggiati una sola volta per tipo di gara disputata – tra parentesi il numero di gare totali

Sicuramente, il duathlon risulta essere una disciplina più partecipata rispetto al winter triathlon. Può essere svolta nel periodo invernale e primaverile in quasi tutta la nostra penisola, quando risulterebbe difficile praticare anche la frazione natatoria soprattutto in acque libere.

Nonostante World Triathlon spinga perché le Federazioni Nazionali promuovano questa multi disciplina, si può affermare che in poche la considerino. I campionati continentali Elite ed Age Group, oltre che quelli mondiali, sono sempre poco partecipati rispetto ai numeri globali.

Negli ultimi 15 anni, la crescita di circuiti quali Ironman e Challenge, l’ingresso di nuove realtà tra cui Super League, PTO, Clash, Arena Games, etc. hanno concentrato sempre più l’attenzione verso il triathlon che, essendo anche disciplina Olimpica, ha l’attenzione del movimento.

Quale futuro?

Se non cambiano gli scenari, il duathlon potrebbe avere una duplice connotazione: promozionale e propedeutica alla preparazione del triathlon con progetti dedicati.